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      Ma non vi può esser dubbio che un gran numero di altri animali pelagici siano fosforescenti quando sono in vita.
      In due occasioni io aveva osservato il mare luminoso a notevoli profondità sotto la superfice. Presso la foce del Plata alcuni spazi circolari ed ovali, del diametro di due a quattro metri, e con profili definiti, brillavano di una luce costante ma pallida; mentre l’acqua circostante mandava solo poche scintille. Si sarebbe detto il riflesso della luna o di qualche corpo luminoso, perchè gli orli erano sinuosi per le ondulazioni della superfice. Il bastimento che pescava quattro metri, passò sopra quegli spazi senza disturbarli. Perciò noi dobbiamo supporre che alcuni animali si fossero riuniti assieme ad una profondità maggiore di quella a cui giungeva il bastimento.
      Presso Fernando Noronha il mare mandava luce a sprazzi, pareva come se un grosso pesce si fosse rapidamente mosso in mezzo ad un fluido luminoso. I marinai attribuivano questo fatto a quella cagione; tuttavia in quel tempo io conservava alcuni dubbi per la frequenza e rapidità degli sprazzi di luce. Ho già osservato che questo fenomeno è molto più comune nelle regioni calde che non nelle fredde; e talora mi è venuto il pensiero che l’alterazione nella condizione elettrica dell’atmosfera fosse molto favorevole a produrre questo fatto. Certamente io credo che il mare è molto più luminoso dopo alcuni giorni di tempo più tranquillo del solito, durante il quale brulica di varii animali. Osservando che l’acqua carica di particelle gelatinose è in uno stato impuro, e che l’aspetto luminoso in tutti i casi comuni è prodotto dall’agitazione del fluido in contatto dell’atmosfera, sono indotto a credere che la fosforescenza sia l’effetto della scomposizione delle particelle organiche, processo mercè il quale (si sarebbe quasi tentati di chiamarlo una sorta di respirazione), il mare si purifica.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Plata Fernando Noronha