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      In uno di questi punti contai da dieci a venti crani. Esaminai attentamente quelle ossa; esse non sembravano, come alcune sparse da me vedute, rosicate o rotte, come quando vengono ammucchiate dalle fiere. Nella maggior parte dei casi gli animali debbono essersi trascinati prima di morire in mezzo a quei boschetti. Il signor Bynoe mi ha detto che in un viaggio precedente egli aveva osservato lo stesso fatto sulle sponde del Rio Gallegos. Non comprendo affatto la ragione di questo, ma posso dire che i guanachi feriti a Santa Cruz si avviavano invariabilmente verso il fiume. A San Jago, nelle isole del Capo Verde, mi ricordo di aver veduto in un burrone un angolo remoto di esso coperto di ossa di capra: allora dicemmo che era il cimitero di tutte le capre dell’isola. Faccio menzione di questi fatti poco importanti, perchè in certi casi possono spiegare la presenza di un gran numero di ossa intatte in una caverna, o sepolte entro massi alluviali, e parimente perchè certi animali siano più comunemente sepolti nei depositi di sedimento che non altri.
      Un giorno la scialuppa fu mandata sotto il comando del signor Chaffers con tre giorni di provvigioni ad esaminare la parte superiore del porto. Al mattino andammo in cerca di alcuni luoghi per far provvista d’acqua menzionati in una vecchia carta spagnuola. Trovammo un seno in fondo al quale vi era un bel ruscello (il primo ch’io abbia veduto) di acqua salmastra. Qui la marea ci obbligò ad aspettare parecchie ore, e in questo intervallo feci alcune miglia a piedi nell’interno.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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