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      La pianura, al solito, era composta di ghiaia mista a terreno che all’aspetto pareva creta, ma di natura molto differente. Per la friabilità di questi materiali era scavata in varii burroni. Non vi era un albero, e tranne il guanaco che stava sulla cima di un colle, attenta sentinella del suo branco, non v’era quasi un animale od un uccello. Tutto era silenzio e desolazione. Tuttavia all’aspetto di quelle scene, senza la vicinanza di un oggetto brillante, si prova vivacissimo un indefinito ma forte sentimento di piacere. Uno domandò da quanti secoli la pianura era in questo stato, e quanti ancora avrebbe così dovuto durare:
      Niuno risponder sa – tutto un desertoOra ci appare, ed un linguaggio arcano
      Parla dubbii terribili62...
      A sera veleggiammo per poche miglia più avanti, poi si piantarono le tende per la notte. Nel mezzo del giorno susseguente la scialuppa era arenata, e per la poca profondità dell’acqua non potemmo andare avanti. Avendo trovato l’acqua dolce, il signor Chaffers prese la barchetta e risalì per altre due o tre miglia, dove questa pure arenò, ma in un fiume d’acqua dolce. L’acqua era melmosa, e sebbene il fiume fosse piuttosto piccolo, sarebbe difficile spiegarne l’origine altrimenti che dalle nevi che si sciolgono nelle Cordigliere. Nel luogo ove ponemmo il nostro bivacco eravamo circondati da scoscesi dirupi, diritte punte di porfido. Non credo di aver mai veduto un luogo che sembrasse più segregato dal resto del mondo di quel roccioso crepaccio in mezzo alla vasta pianura.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Chaffers Cordigliere