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      Appartiene alla stessa divisione dei Pachidermi col Rinoceronte, il Tapiro, il Paleoterio; ma nella struttura delle ossa del suo lungo collo rivela una stretta affinità col camello, o piuttosto col Guanaco ed il Lama. Dal fatto che si trovano conchiglie marine recenti in due delle pianure più alte a scalinate, che debbono essere state modellate e sollevate prima che il fango in cui era sepolta la Macrauchenia fosse depositato, è certo che questo curioso quadrupede viveva molto dopo che il mare fu popolato dalle sue conchiglie presenti. Dapprima io fui molto sorpreso dal fatto che un grosso quadrupede abbia potuto vivere così recentemente, nella latitudine di 49°, 15’, in queste desolate pianure sassose colla loro stentata vegetazione; ma l’affinità della Macrauchenia col guanaco, che abita ora regioni sterilissime, risolve in parte questa difficoltà.
      L’affinità, sebbene lontana, tra la Macrauchenia ed il Guanaco, tra il Toxodon ed il Capibara – l’affinità ancor più stretta fra i tanti sdentati estinti ed i viventi tardigradi, formichieri ed armadilli, ora così grandemente caratteristici della zoologia del Sud America – e l’affinità ancor più stretta fra le specie fossili e viventi di Ctenomys ed Hydrochærus, sono fatti interessantissimi. Questa affinità è dimostrata meravigliosamente – tanto meravigliosamente quanto quella fra gli animali Marsupiali fossili ed estinti dell’Australia – dalla grande collezione portata ultimamente in Europa dalle caverne del Brasile dai sigg. Lund e Clausen.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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