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      L’evidenza della scarsità che precede l’estinzione è più notevole negli stati terziari successivi, come è stato notato da parecchi insigni osservatori; è stato sovente veduto che una conchiglia molto comune in uno stato terziario sia ora rarissima, e sia stata per lungo tempo anche creduta estinta. Se dunque, come appare probabile, le specie cominciano a divenir rare e poi si estinguono, – se il troppo rapido accrescimento di ogni specie, anche fra le più favorite, è certamente arrestato, come dobbiamo riconoscere, sebbene sia difficile dire come e quando – e se noi vediamo senza la più piccola sorpresa, sebbene non possiamo conoscerne la vera ragione, una specie abbondante ed un’altra strettamente affine rara nello stesso distretto, – perchè proveremo noi tanta meraviglia di ciò, che lo scarseggiare faccia ancora un passo e giunga all’estinzione? Un’azione che procedesse intorno a noi, fosse anche appena apprezzabile, potrebbe certamente essere spinta un po’ più avanti senza eccitare la nostra osservazione. Chi proverebbe molta sorpresa udendo che il Megalonyx era anticamente raro a petto del Megatherium, o che una delle scimmie fossili era poco numerosa a petto di una delle scimmie viventi? E tuttavia in questa comparativa scarsità noi abbiamo la più chiara prova delle condizioni meno favorevoli alla loro esistenza. Ammettere che le specie divengono generalmente rare prima di estinguersi – non sentir sorpresa della comparativa scarsità di una specie rispetto ad un’altra, e tuttavia attribuire a qualche agente straordinario l’estinzione di una specie e maravigliarsene grandemente, mi sembra lo stesso come ammettere che la malattia nell’individuo è il preludio della morte – non sorprendersi della malattia – ma quando l’ammalato muore meravigliarsi, e credere che sia morto violentemente.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Megalonyx Megatherium