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      Quando arrivammo alla sua base si trovò che la corrente gorgogliava in mezzo ai massi caduti. Per altre ventotto miglia il corso del fiume era ingombro di queste rocce basaltiche. Sopra quel limite immensi pezzi di rocce primitive, derivati dalla formazione circostante di massi, erano parimente numerosi. Nessuno dei pezzi di una mole un po’ notevole era stato trascinato dalle acque più di tre o quattro miglia più sotto della sua origine; considerando la singolare velocità del gran corpo d’acqua del Santa Cruz, che in nessun punto v’ha una distesa di acqua tranquilla, questo esempio è molto dimostrativo della insufficienza dei fiumi per trasportare pezzi di rocce anche di mole moderata. Il basalto non è altro che lava la quale si è rovesciata in fondo al mare; ma le eruzioni debbono essere avvenute su grandissima scala. Al punto ove incontrammo per la prima volta questa formazione, essa aveva una spessezza di 36 metri; risalendo il corso del fiume, la superfice montava impercettibilmente e la massa diveniva più fitta, cosicchè a quaranta miglia sopra la prima stazione aveva la spessezza di 96 metri. Io non posso sapere quale sia questo spessore vicino alle Cordigliere, ma l’altipiano colà giunge all’altezza di circa mille metri sopra il livello del mare; dobbiamo perciò considerare i monti di quella grande catena come sua sorgente; e di una cosifatta sorgente sono le correnti che sono passate sopra il letto dolcemente inclinato del mare per la distanza di cento miglia. Alla prima occhiata data ai dirupi di basalto dei due lati opposti della valle, si scorgerà chiaramente che gli strati erano una volta uniti.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Santa Cruz Cordigliere