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      Spesso quando io mi riposava sdraiato sulle aperte pianure, guardando in su, ho veduto avoltoi volare nell’aria ad una grande altezza. Ove il paese è piano non credo che uno spazio di cielo di oltre quindici gradi sopra l’orizzonte sia comunemente osservato con una certa attenzione da una persona a piedi o a cavallo. Se questo fosse il caso, e l’avvoltoio volasse ad una altezza di mille a milleduecento metri, prima che venisse nella cerchia dell’occhio, la sua distanza in linea retta dall’occhio dell’osservatore sarebbe un po’ più di due miglia inglesi. Non sarebbe esso così facilmente non veduto? Quando un animale viene ucciso dal cacciatore in una valle solitaria, non può esso venire osservato per tutto il tempo dall’uccello dalla vista acuta che si trova in alto? Ed il modo con cui esso si precipita non dimostra per tutta la legione alla intera famiglia degli avvoltoi che la loro preda è vicina?
      Quando i condori si librano in un branco girando intorno ad un dato punto, il loro volo è bellissimo. Tranne quando si alzano da terra, non ricordo d’aver veduto neppure uno di questi uccelli battere le ali. Presso Lima ne osservai parecchi per quasi una mezz’ora, senza distogliere gli occhi da essi; si movevano in grandi curve, volando in circolo, scendendo e salendo, senza battere ala. Mentre volavano a poca distanza dalla mia testa, osservai attentamente da una posizione obliqua il profilo delle grandi penne terminali separate di ogni ala; e queste penne separate, se vi fosse stato il minimo movimento vibratorio, sarebbero sembrate come unite insieme: ma si vedevano distinte sopra l’azzurro del cielo.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Lima Ove