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      Il capo ed il collo erano mossi frequentemente, ed a quanto pare, con forza; e le ali tese sembravano formare il fulcro sul quale operavano i movimenti del collo del corpo e della coda. Se l’uccello voleva scendere, le ali si restringevano per un momento, e quando si allargavano di nuovo con un’alterata inclinazione, l’impulso ottenuto dalla rapida discesa sembrava spingere l’uccello in su col movimento sicuro, pari a quello di un cervo volante di carta. Nel caso di qualunque uccello che si libra il suo movimento deve essere sufficentemente veloce, tanto che l’azione della superfice inclinata del suo corpo sull’atmosfera possa controbilanciare la gravità di esso. La forza necessaria a conservare l’impulso di un corpo che si muove orizzontalmente nell’aria in cui v’è così poco sfregamento non può essere grande, e questa forza è tutto quello che si richiede. Dobbiamo quindi supporre che il movimento del corpo del condoro basti a questo. Comunque sia, è invero meraviglioso e bello vedere come un uccello così grande, per lunghe ore, senza sforzo apparente, vola, vola, e si libra sul monte e sul fiume.
      Aprile 29. – Da un punto di terra un po’ elevato scorgemmo con gioia le bianche cime delle Cordigliere, come si veggono alle volte spuntare dal loro nebbioso invoglio di nuvole. Durante alcuni giorni susseguenti procedemmo innanzi lentamente, perchè il letto del fiume era tortuosissimo e sparso d’immensi frammenti di varie antiche rocce di ardesia e di granito. La pianura che limita la valle era qui all’altezza di trecentotrenta metri al di sopra del fiume, ed il suo carattere era molto alterato.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Cordigliere