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      Non è possibile riconoscere bene la loro spessezza, ma si può sentire l’acqua di piccoli rivoletti scorrere in mezzo alle pietre a qualche metro sotto la superfice. È probabile che la sua profondità attuale sia grande, perchè le fessure fra i pezzi più bassi debbono essere state da lungo tempo ripiene di sabbia. La larghezza di queste distese di pietra varia da un centinaio di metri a un miglio; ma il terreno torboso invade giornalmente le sponde, e forma anche isolette nei punti ove alcuni pochi frammenti giacciono vicini. In una valle al sud dello stretto di Berkeley, che alcuni della nostra comitiva chiamarono la grande valle dei frammenti, fu necessario attraversare una striscia non interrotta larga mezzo miglio, saltando da un sasso aguzzo ad un altro. I franamenti erano tanto grandi, che essendo stato sorpreso da un acquazzone, trovai facilmente ricovero sotto uno di essi.
      La loro piccola inclinazione è il fatto più notevole di questo fluire di pietre. Sui fianchi della collina li ho veduti inclinati ad un angolo di dieci gradi coll’orizzonte; ma in alcuni nella pianura delle larghe valli, l’inclinazione è solo quella che ci vuole per accorgersene. Sopra una superfice così scabra non v’è mezzo di misurare l’angolo, ma per dare un esempio comune, potrei dire che l’inclinazione non avrebbe arrestata la velocità d’una diligenza inglese. In alcuni punti, un fiume continuo di questi frammenti risaliva il corso d’una valle, ed anche si estendeva fino sulla cima della collina.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Berkeley