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      Trovare un lembo di terra livellata in qualche parte del paese è cosa rarissima. Ricordo soltanto una piccola pianura presso Porto della Fame, ed un’altra un po’ più estesa presso Goeree Road. Nei due luoghi, ed in ogni altro punto la superficie è coperta da un fitto strato di umida torba. Anche nella foresta, il terreno è nascosto da una massa di materia vegetale che va lentamente scomponendosi; essendo essa impregnata d’acqua, il piede affonda.
      Trovando quasi impossibile spinger oltre il mio andare attraverso il bosco, seguii il corso di un torrente montano. Dapprima, per le cascate ed il numero degli alberi morti non potei quasi procedere oltre; ma in breve il letto del torrente divenne un po’ più aperto, perchè gli straripamenti avevano diradato le sue sponde. Continuai ad avanzare lentamente per un’ora lungo le sue dirupate e rocciose rive, e fui ampiamente compensato della mia fatica dalla maestà dello spettacolo. La tetra profondità del burrone concordava bene coi vestigi universali di violenza. Da ogni lato stavano giacenti massi irregolari di roccie ed alberi sradicati; gli alberi sebbene ancora in piedi erano tutti cavi e vicini a cadere. La massa intricata delle piante vive e delle cadute mi ricordava le foreste dei tropici – sebbene vi fosse una differenza; perchè in queste silenziose solitudini sembrava predominare lo spirito della morte, invece di quello della vita. – Seguii il letto del torrente finchè venni ad un punto, ove una grande frana aveva diboscato uno spazio diritto sul fianco del monte.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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