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      È difficile immaginare qualche cosa di più bello dell’azzurro di berillo di questi ghiacciai, siccome contrasto col bianco opaco della superiore distesa di neve. I frammenti caduti dal ghiacciaio nell’acqua andavano qua e là natando, ed il canale col galleggiar dei suoi ghiacci, presentava per lo spazio di un miglio, una miniatura dell’Oceano. Tirate le barche a terra all’ora del pranzo, stavamo alla distanza di un mezzo miglio ammirando un dirupo di ghiaccio perpendicolare, desiderosi che qualche altro pezzo se ne staccasse. Finalmente cadde un masso con grande strepito, ed immediatamente vedemmo il profilo di un’onda muovere alla nostra volta. Gli uomini corsero a precipizio alle barche; perchè era evidente il pericolo che potessero venire spezzate. Uno dei marinai aveva appunto afferrato i remi quando il maroso rotolante lo raggiunse; fu trabalzato qua e là, ma non ferito; e le barche sebbene tre volte sollevate e ripiombate, non ebbero danno.
      Fu questa una vera fortuna per noi che eravamo lontani cento miglia dal bastimento, e saremmo rimasti senza provviste ed armi da fuoco.
      Io aveva precedentemente osservato che alcuni grossi frammenti di roccie sulla sponda erano stati spostati di fresco; ma finchè non ebbi veduto quel maroso, non ne poteva comprendere la causa. Un lato del seno era fatto da uno sprone di micascisto; la punta di un dirupo di ghiaccio alto circa dodici metri; e l’altro lato da un promontorio alto quindici metri, formato di grossi frammenti rotondi di granito e di micascisto, in mezzo ai quali crescevano alcuni vecchi alberi.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Oceano