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      Matthews diceva che la guardia che doveva fare continuamente era molto faticosa; notte e giorno circondato dagli indigeni che cercavano di stancarlo il più possibile facendo uno strepito incessante vicino a lui. Un giorno un vecchio, che Matthews pregò di andarsene dalla sua capanna, ritornò subito con un grosso sasso in mano; un altro giorno una intera brigata venne armata di sassi e di bastoni, ed alcuni giovani ed il fratello di Jemmy stavano piangendo; Matthews li ricevette con regali. Un’altra brigata gli faceva intendere coi segni che volevano metterlo nudo e strappargli tutti i peli della faccia e del corpo. Credo che arrivammo precisamente in tempo per salvargli la vita. I parenti di Jemmy eransi mostrati così vani e sciocchi, che avevano fatto vedere ad estranei le loro ruberie, ed il modo in cui le avevano compiute. Faceva pena dover lasciare i nostri tre indigeni coi loro selvaggi compaesani; ma era per noi grande sollievo vedere come non avessero di essi alcun timore personale. York, essendo uomo risoluto e robusto, era sicuro di cavarsela bene, unitamente a sua moglie Fuegia.
      Il povero Jemmy pareva piuttosto sconsolato, e allora sarebbe stato, credo, ben lieto di tornarsene con noi. Il suo stesso fratello gli aveva rubato parecchi oggetti, e mentre osservava «questa loro moda», egli soggiungeva che i suoi compaesani erano «tutti uomini cattivi, che non sanno nulla», e sebbene non lo avessi mai udito bestemmiare prima, li chiamava «sciocchi del diavolo». Son certo che i nostri tre indigeni, sebbene fossero rimasti soli tre anni con uomini civili, sarebbero stati contenti di conservare le loro nuove costumanze; ma questo era evidentemente impossibile.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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