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      Nondimeno in alcune isole, trecentosessanta miglia più al nord del nostro nuovo capo Horn in Danimarca, un carcame sotterrato nel suolo (o trascinato dall’acqua in un mare poco profondo e coperto di fango) si conserverebbe perpetuamente gelato. Se qualche ardito navigante cercasse di penetrare più al nord di queste isole, andrebbe incontro a mille pericoli, in mezzo a giganteschi ghiacci natanti, sopra alcuni dei quali vedrebbe grandi masse di roccia portate molto lontano dal punto della loro origine. Un’altra grande isola nella latitudine della Scozia meridionale sarebbe «quasi interamente coperta di perpetua neve» ed ogni suo golfo sarebbe terminato da rupi di ghiaccio, dalle quali grossi massi verrebbero staccati ogni anno: in quest’isola non crescerebbe che un piccolo musco, un po’ d’erba e la pimpinella, ed una lodoletta sarebbe il suo solo abitante terrestre. Dal nostro nuovo Capo Horn in Danimarca, una catena di monti alti appena la metà delle Alpi, correrebbe in linea retta verso mezzodì; e sul suo pendìo occid. ogni profondo braccio di mare a fiordo, farebbe capo a «grandi e meravigliosi ghiacciai». Questi solitari canali rimbomberebbero frequentemente col cadere del ghiaccio, e contemporaneamente grossi marosi irromperebbero contro le loro coste; numerosi ghiacciai natanti, alcuni alti come cattedrali, e talora carichi «di masse di roccia non piccole» sarebbero gettati sopra le isolette esterne; a certi intervalli forti terremoti farebbero cadere prodigiose masse di ghiaccio nelle acque sottostanti.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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