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      Sono pagati venticinque franchi al mese e si dà loro da mangiare. La colazione consiste in sedici fichi e due piccoli pani; il pranzo di fave bollite, la cena di frumento arrostito. Di rado mangiano carne, perchè con trecento franchi all’anno debbono vestirsi e mantenere le loro famiglie. I minatori che lavorano entro la miniera hanno trentun franco e venticinque centesimi al mese, e vien loro accordato un po’ di charquì. Ma questi uomini escono dalle loro nere abitazioni soltanto ogni quindici giorni od ogni tre settimane.
      Durante la fermata che feci qui provai molto piacere nel girare intorno a queste alte montagne. Come era da aspettarsi la geologia ne è interessantissima. Le roccie sparse e rifatte per l’azione del calore, attraversate da innumerevoli argini di diorite, dimostravano che anticamente erano avvenuti molti sconvolgimenti. Il paesaggio era quasi uguale a quello vicino al monte Campana di Quillota – monti nudi ed aridi, sparsi qua e là di cespugli dal fogliame intristito. I cactus, o meglio le opunzie sono qui numerosissime. Ne misurai una di forma sferica, la quale, comprese le spine, aveva un metro e novanta centimetri di circonferenza. L’altezza della specie comune, cilindrica, ramificata, è da tre metri e sessanta centimetri a quattro metri e cinquanta centimetri, ed il giro (colle spine) dei rami da novanta centimetri a un metro e venti centimetri.
      Una gran nevicata sui monti m’impedì, nei due ultimi giorni di fare altre interessanti escursioni. Cercai di giungere a un lago il quale gli abitanti, credono essere, per qualche ragione incomprensibile, un braccio di mare.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Campana Quillota