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      Il Turco non è raro. Vive sul terreno nascosto fra i cespugli sparsi sulle asciutte e sterili colline. Colla sua coda dritta e le zampe simili a verghette, si vede di tratto in tratto fuggire da un boschetto in un altro con velocità veramente insolita. Non fa d’uopo di una grande immaginazione per credere che questo uccello si vergogni di sè stesso e conosca il suo ridicolo aspetto. Al primo vederlo si è tentati di dire: «Oh! qual brutto esemplare impagliato è fuggito da qualche museo ed è tornato in vita!» Non può spiccare il volo senza grandissima fatica, non può correre, ma solo saltellare. I vari gridi sonori che manda quando sta nascosto nei cespugli, sono strani come il suo aspetto. Si dice che fabbrica il suo nido in una profonda cavità nel terreno. Anatomizzai parecchi esemplari; il ventriglio molto muscoloso, conteneva coleotteri, fibre vegetali e ciottoli. Per questo carattere, per la lunghezza delle sue zampe, pei suoi piedi razzolatori, per l’invoglio membranoso delle narici, per le ali brevi ed arcuate, quest’uccello sembra fino ad un certo punto, servire di legame fra i tordi e l’ordine dei gallinacci.
      La seconda specie (o P. albicollis) è affine alla prima nella forma generale. Vien chiamata Tapacolo, o copriti il dietro: ed invero quello svergognato uccello merita il suo nome, perchè porta la coda inclinata allo innanzi verso il capo. È comunissimo, e frequenta il piede degli alberi ed i cespugli sparsi sulle nude colline, ove non può quasi esistere nessun altro uccello.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Turco Tapacolo