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      Durante l’estate, molti Indiani girano per le foreste, (ma principalmente nelle regioni più elevate, ove i boschi non sono tanto fitti), in cerca di bestiame selvatico che vive delle foglie delle canne e di altri alberi. Fu uno di questi cacciatori che per caso scoperse, alcuni anni or sono, una nave inglese, che si era naufragata sulla costa esterna. La ciurma cominciava a mancar di provviste, e probabilmente, senza l’aiuto di quell’uomo, essa non avrebbe potuto trovare una via in quei boschi quasi impenetrabili. In ogni modo, un marinaio morì dalla stanchezza durante la marcia. Gl’Indiani in quelle escursioni si dirigono col sole; per cui se il tempo nuvoloso dura un certo tratto, non possono più viaggiare.
      La giornata era bella ed i numerosi alberi in piena fioritura profumavano l’aria; tuttavia anche questo bastava appena a dissipare l’effetto della malinconica umidità della foresta. Inoltre, i numerosi tronchi morti, ritti come scheletri, non mancano mai di dare a quei boschi primitivi un carattere di solennità, che manca in quelli dei paesi da lungo tempo inciviliti. Poco dopo il tramonto bivaccammo per la notte. La nostra compagna, che era piuttosto bella, apparteneva ad una delle più rispettabili famiglie di Castro; tuttavia cavalcava da uomo, senza calze nè scarpe. Rimasi sorpreso vedendo l’assoluta mancanza di orgoglio dimostrata da essa e da suo fratello. Portavano con essi il loro cibo, ma durante tutti i nostri pasti sedevano guardando il signor King ed io mentre mangiavamo, finchè vergognosi finimmo per dar da mangiare a tutta la brigata.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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