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      Senza dubbio sono state fatte dall’azione denudante del mare, durante lunghi periodi di riposo nel graduale sollevamento del continente.
      Sulla superficie delle terrazze di Coquimbo (ad una altezza di 75 metri), molte conchiglie di specie attuali non solo si trovano giacenti, ma sono anche incorporate in una roccia calcare friabile, la quale in alcuni punti ha una spessezza di sei a nove metri, ma è poco estesa. Questi strati moderni posano sopra una antica formazione terziaria che contiene conchiglie, da quanto pare tutte estinte. Quantunque avessi esaminato tante centinaia di miglia di costa sul lato del Pacifico, come sul lato dell’Atlantico di questo continente, non trovai nessun strato regolare che contenesse conchiglie marine di specie recenti, tranne in questo luogo, ed in pochi altri punti al nord sulla strada di Guasco. Questo fatto mi sembra notevolissimo; perchè la spiegazione generalmente data dai geologi, della mancanza in qualche regione di depositi fossiliferi stratificati di un dato periodo, cioè, che la superficie allora esistesse come terra asciutta, non è qui applicabile; perchè sappiamo dalle conchiglie sparse sulla superficie e incorporate entro la sabbia o la melma, che il terreno per migliaia di miglia lungo le due coste è stato ultimamente sommerso. Senza dubbio la spiegazione deve essere cercata nel fatto, che tutta la parte meridionale del continente è andata per lungo tempo lentamente sollevandosi; e quindi che tutta la materia depositata lungo la spiaggia nell’acqua poco profonda, deve essere stata in breve portata su e lentamente esposta all’azione corrodente sulle spiaggie del mare; ed è soltanto entro acqua comparativamente poco profonda che la maggior parte di esseri marini organici possono prosperare, ed in quell’acqua è chiaramente impossibile che si possano accumulare strati di grande spessezza.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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