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      L’unico altro animale che incontrai un po’ numeroso fu una piccola volpe; credo che questo animale viva di topi e d’altri piccoli rosicanti, i quali, ovunque v’ha la minima vegetazione, dimorano in gran numero in luoghi molto deserti. Nella Patagonia, anche sulle sponde delle saline, ove non si può trovare neppure una goccia d’acqua dolce, tranne la rugiada, questi animalucci brulicano. Dopo le lucertole, i topi sembrano essere quelli che sopportano meglio l’esistenza nei luoghi più ristretti ed aridi della terra – anche sopra isolette in mezzo ai grandi oceani.
      Il paesaggio da ogni lato mostrava la desolazione, resa più chiara e palpabile da un cielo sereno e brillante. Per un po’ di tempo la scena era sublime, ma questo sentimento non poteva durare, ed allora diveniva monotono. Facemmo sosta al piede della primera linea, o prima linea della divisione delle acque. Tuttavia, i corsi d’acqua, da questa parte non si versano nell’Atlantico, ma in una regione elevata, nel mezzo della quale vi ha una grande salina, o lago salato – che forma in tal modo un piccolo mare Caspio, all’altezza di forse tremila piedi. Ove si passò la notte, v’erano alcune notevoli distese di neve, ma non vi rimangono tutto l’anno.
      I venti in queste alte regioni obbediscono a leggi molto regolari: ogni giorno soffia una fresca brezza dalla valle, e la notte, un’ora o due dopo il tramonto, l’aria dalle fredde regioni superiori scende come da una cappa di camino. La notte scorsa deve esservi stato un uragano di vento e la temperatura deve essere scesa di molto sotto lo zero, perchè l’acqua di un vaso divenne in breve un pezzo di ghiaccio.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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