Pagina (545/739)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Siccome tutti questi crateri sembrano essere stati fatti quando erano nel mare, e siccome le onde prodotte dai venti regolari e dalle maree del Pacifico, univano qui la loro azione sulle coste meridionali di tutte le isole, si può agevolmente spiegare questa singolare uniformità nello stato di rottura dei crateri, composti di terra molle e cedevole.
      Considerando che queste isole stanno proprio sotto l’equatore, il clima è tutt’altro che caldissimo; questo fatto sembra derivare dalla temperatura singolarmente bassa dell’acqua circostante, che viene qui dalla grande corrente meridionale polare. Tranne durante una breve stagione, cade pochissima pioggia, ed anche allora è irregolare, ma generalmente le nubi stanno sopra le isole e molto basse. Quindi, mentre le parti più basse delle isole sono sterilissime, le parti superiori, all’altezza di trecento metri ed anche più, hanno un clima più umido ed una vegetazione discretamente rigogliosa. Questo è specialmente il caso nelle parti delle isole esposte al vento, che ricevono e condensano per le prime l’umidità dell’atmosfera.
      Il mattino del 17 sbarcammo sull’isola Chatham, la quale, simile alle altre, sorge con un profilo liscio e rotondo, rotto qua e là da sparsi monticelli, avanzi di antichi crateri. Non v’era nulla di meno attraente di quel primo aspetto. Un campo scosceso di lava basaltica nera, fatto in forma di un aspro ondeggiamento ed attraversato da grandi spacchi, e ovunque coperto di una bassa vegetazione stentata ed abbrustolita, che mostra segni di poca vita.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Pacifico Chatham