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      Inoltre questo mutamento si è compito per opera degli indigeni ammaestrati dai missionari; l’insegnamento dei missionari è stata la bacchetta magica. La casa è stata fabbricata, le finestre furono fatte, i campi vennero vangati, ed anche gli alberi innestati dagli indigeni della Nuova Zelanda. Nel mulino io vedeva un nuovo zelandese bianco dalla farina come un mugnaio d’Inghilterra. Osservando quello spettacolo, mi sentii preso da ammirazione. Non era solo perchè l’Inghilterra mi si ripresentava vivamente allo spirito, sebbene l’ora del crepuscolo, i suoni domestici, i campi di grano, il paese ondulato in lontananza coperto di alberi potessero benissimo essere scambiati colla patria lontana; non era neppure un senso di orgoglio, vedendo quello che gli Inglesi avevano potuto compiere; ma era piuttosto una grande speranza pel futuro progresso di questa bella isola.
      Parecchi giovani, cui i missionari avevano redento dalla schiavitù, erano impiegati nel podere. Erano vestiti di una camicia, una giubba e un paio di pantaloni, ed avevano un aspetto molto bello. Giudicando da un aneddoto insignificante, credo che debbono essere onesti. Mentre passeggiavamo pei campi, un giovane contadino si accostò al signor Davies, e gli diede un coltello ed un succhiello, dicendogli che li aveva trovati sulla strada, e non sapeva a chi appartenessero. Questi giovani come pure i fanciulli hanno un aspetto allegro e sereno. La sera vidi una brigata di essi giuocare alla palla: pensando all’accusa di austerità data ai missionari, mi fece piacere vedere uno dei loro figli prendere parte attiva al giuoco.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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