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      Dopo la colazione andai in giro pei giardini e pel podere. Era un giorno di mercato, in cui gli indigeni dei villaggi vicini vengono a portar le loro patate, il grano turco, i maiali per cambiarli con coperte, tabacco, e talora, in seguito alle persuasioni dei missionari, con sapone. Il figlio maggiore del signor Davies, che fa andare un podere di sua proprietà, è il factotum del mercato. I figli dei missionari che vennero da bambini nell’isola, comprendono il linguaggio indigeno meglio dei loro genitori, e possono essere serviti dagli indigeni più prontamente.
      Un po’ prima del mezzodì i signori Williams e Davies vennero con me a fare un giro in una parte della foresta vicina, per mostrarmi il famoso pino kauri. Misurai uno di quegli alberi maestosi, e gli trovai una circonferenza di nove metri sopra le radici. Ve ne era un altro accanto a quello che io non vidi, della circonferenza di nove metri e novanta centimetri, e sentii dire che ve ne era un altro non minore di dieci metri e venti centimetri. Questi alberi sono notevoli pel loro tronco liscio e cilindrico, che si eleva all’altezza di diciotto ed anche di ventisette metri, con un diametro quasi uguale, e senza un solo ramo. Il ciuffo di rami della cima è sproporzionatamente piccolo pel tronco; e le foglie sono parimenti piccole a petto dei rami. La foresta era qui quasi tutta composta di kauri; e gli alberi più grandi, pel parallelismo loro, sorgevano come tante gigantesche colonne di legno. Il legno del kauri è il prodotto più ragguardevole dell’isola; inoltre, una quantità di resina sgorga dalla corteccia, che si vende due soldi il mezzo chilogrammo agli Americani, ma che allora era ancora ignota.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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