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      Il lusso della vita vi abbonda e costa poco più che in Inghilterra, e molti articoli di nutrimento sono a miglior mercato. Il clima è splendido e molto salubre; ma per me le sue bellezze sono perdute per l’aspetto poco attraente della campagna. I coloni hanno il grande vantaggio di trovare pei loro figli lavoro quando sono giovanissimi. All’età di sedici a venti anni, imprendono frequentemente la direzione di poderi lontani. Questo tuttavia avviene con lo svantaggio di mettere i loro figli al contatto di servitori deportati. Non mi sono accorto che l’intonazione della società abbia preso un qualche carattere particolare; ma con questi costumi, e senza il lavoro dell’intelletto, non può a meno di deteriorare. Secondo me, non vi sarebbe che la dura necessità che mi potrebbe indurre ad emigrare.
      La rapida prosperità ed il futuro avvenire di questa colonia sono per me, ignaro di questi argomenti, molto dubbi. I due principali articoli di esportazione sono la lana e l’olio di balena, e questi due prodotti debbono avere un limite. Siccome il paese non è per nulla acconcio a farvi canali, non vi deve essere quindi un punto molto lontano, oltre il quale i carri carichi di lana non pagheranno più la spesa di tosare ed allevare pecore. Il pascolo è dappertutto tanto scarso che i coloni sono già spinti nell’interno; inoltre, il paese più dentro terra diviene sommamente povero. L’agricoltura, a cagione della siccità, non può estendersi in grande; perciò, per quanto io possa giudicare, l’Australia deve finalmente dipendere dal suo divenire centro commerciale dell’emisfero meridionale e forse dalle sue manifatture avvenire.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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