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      Questo non è molto sorprendente quando si pensi ai loro sensi finissimi, ed al modo in cui sogliono inseguire carponi gli animali selvatici. Sono stato assicurato che possono nascondersi in un terreno nudo, in un modo che non si potrebbe credere a meno di vederlo; i loro corpi bruni si possono facilmente scambiare con macchie nere sparse sul terreno. Mi fu detto di una prova fatta da una brigata di inglesi e da un indigeno: quelli dovevano rimanere a guardare bene il fianco di una collina nuda; se tenevano chiusi gli occhi meno di un minuto, egli si doveva accoccolare e allora non avrebbero potuto distinguerlo dai tronchi circostanti. Ma per tornare alla caccia, gli indigeni che comprendevano quella sorta di guerra, ne erano grandemente spaventati, perchè comprendevano bene la forza ed il numero dei bianchi. Poco dopo venne una brigata di tredici appartenenti a due tribù, i quali conscii della loro condizione disperata, si diedero spontaneamente in mano ai nemici. In seguito per l’opera ardita del signor Robinson, uomo attivo e benevolo, il quale intrepidamente andava a visitare in persona gli indigeni più ostili, tutti furono indotti a seguire l’esempio dei tredici individui e venire a patti. Furono tutti trasportati in un’isola, ove venne loro dato cibo e vestimenta114. Il conte Strzelecki afferma che «al tempo della loro deportazione nel 1835, il numero degli indigeni era di 210. Nel 1842, dopo uno spazio di tempo di sette anni, erano ridotti a soli cinquantaquattro individui, e mentre ogni famiglia dell’interno della Nuova Galles del Sud, non contaminata dal contatto dei bianchi, brulica di bambini, quelle dell’isola di Flinders non ebbero in otto anni che un aumento di quattordici individui!


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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