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      Maggio 5 – Il capitano Lloyd ci condusse alla Rivière Noire, che sta a parecchie miglia al sud, onde io potessi esaminare alcune roccie sollevate di corallo. Attraversammo alcuni graziosi giardini, e belle piantagioni di canne da zucchero che crescevano in mezzo a grossi massi di lava. Le strade erano orlate da siepi di Mimose, e presso molte case v’erano viali di alberi di mango. Alcuni punti di vista, ove le aguzze colline ed i poderi ben coltivati stavano uniti assieme, erano sommamente pittoreschi; ed eravamo sempre tentati di sclamare: Quanto sarebbe piacevole di passare la vita in questi tranquilli recessi! Il capitano Lloyd aveva un elefante, e lo fece venire a metà strada incontro a noi, per darci il piacere di una cavalcata alla moda delle Indie. La cosa che più mi fece meraviglia fu il suo camminare, senza rumore. Quest’elefante è ora l’unico che si trovi nell’isola; ma si dice che ne faranno venire altri.
      Maggio 9. – Partimmo da Porto Louis, e, dopo visitato il Capo di Buona Speranza, l’otto di luglio, arrivammo a SantElena. Quest’isola, di cui l’aspetto poco ameno è stato tante volte descritto, sorge repentinamente dall’oceano come un rozzo bruno castello. Presso la città, come per compierne la sua difesa naturale, alcuni piccoli forti e cannoni riempiono ogni spaccatura delle dirupate roccie. La città si estende sopra una piana e stretta valle; le case hanno un bell’aspetto, e sono sparse di pochissimi alberi verdi. Avvicinandoci al luogo dell’ancoraggio vi era un panorama ben singolare: un castello irregolare appollaiato sulla cima di una alta collina, e circondato da pochi alberi sparsi, si profilava arditamente sul cielo.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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