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      Questa struttura è notevole in un terreno granitico; ma è quasi universale in tutte quelle formazioni più molli di cui son fatte per solito le pianure. Tutta la superficie è coperta di varie specie di alberi maestosi, tramezzati di spazi di terreno coltivato, in mezzo al quale sorgono case, conventi e cappelle. Bisogna tenere a mente che sotto i tropici la selvaggia bellezza della natura non si perde neppure in vicinanza delle grandi città; perchè la vegetazione naturale delle siepi e delle falde delle colline vince nell’effetto pittoresco il lavoro artificiale dell’uomo. Quindi vi sono soltanto alcuni piccoli punti ove il suolo rosso brillante somministra un forte contrasto colla universale veste di verzura. Dal margine della pianura si gode talora il panorama lontano dell’oceano, talora del grande golfo colle sue sponde dal bosco basso, nel quale numerose barchette e battelli fanno brillare le loro bianche vele. Tranne in questi punti, il paesaggio è limitatissimo; seguendo i sentieri piani, da ogni lato, non si hanno che interrotte viste delle valli boscheggiate sottostanti. Le case, e specialmente gli edifizi sacri, sono costrutti in uno stile architettonico particolare e alquanto fantastico. Sono tutti imbiancati; per cui quando vengono illuminati dal sole brillante del meriggio, e veduti contro l’azzurro pallido dell’orizzonte spiccano più come ombre che non come veri fabbricati.
      Questi sono gli elementi del paesaggio, ma è un vano tentativo quello di dipingerne l’effetto generale.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739