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      Dotti naturalisti descrivono queste scene dei tropici, menzionando una folla di oggetti, e descrivendo alcuni rilievi caratteristici di ognuno. Ad un dotto viaggiatore questo forse può comunicare qualche idea definita: ma chi altri può immaginare vedendo una pianta in un erbario quale sia il suo aspetto quando cresce sul suolo nativo? Chi può, vedendo in una stufa a fiori piante scelte, ingrandirne alcune tanto da farle divenire piante da foresta, e ammucchiarle con la mente per ridurle ad una intricata giungla? Chi è quello che esaminando nello studio di un entomologo, le vivaci farfalle esotiche, le cicale singolari, può associare con quegli oggetti senza vita, la continua ed aspra musica di queste ultime, ed il volo lento delle prime, che sono perenne accompagnamento del tranquillo ed ardente meriggio dei tropici? Si è quando il sole è giunto alla sua più grande altezza, che queste scene debbono esser vedute; allora il fitto e splendido fogliame dei mango nasconde il terreno colla ombra più densa, mentre i rami superiori sono per la profusione della luce tinti di un brillantissimo verde. Nelle zone temperate il caso è differente – la vegetazione non è nè tanto scura, nè tanto rigogliosa, e quindi i raggi del sole che declina, tinti di color rosso, porpora o giallo oro, accrescono molto la bellezza di quei climi.
      Quando io camminava tranquillamente lungo quegli ombrosi sentieri, ed ammirava ogni nuovo panorama, avrei voluto avere un linguaggio sufficiente per esprimere le mie idee.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739