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      Ogni parola mi pareva troppo lieve per dipingere a coloro che non hanno visitato le regioni tropicali, il senso di delizia che prova colà l’animo. Ho detto che le piante di una serra non possono dare un’idea giusta della vegetazione, e tuttavia debbo tornare a questo paragone. La terra colà è una grande, selvaggia, disadorna, lussureggiante stufa, fatta dalla Natura per sè, ma di cui l’uomo si è impadronito, riempiendola di allegre abitazioni e di giardini maestosi. Quanto grande sarebbe il desiderio di ogni ammiratore della Natura di vedere, se fosse possibile, il paesaggio di un altro pianeta! tuttavia si può dire ad ogni persona in Europa, che alla distanza di pochi gradi dalla sua patria, le bellezze di un altro mondo gli sono aperte. Nella mia ultima passeggiata mi fermava di tratto in tratto per ammirare quelle bellezze, e cercava di stampare per sempre nella mia mente, una impressione che io sapeva bene che col tempo doveva presto o tardi svanire. La forma dell’arancio, del noce di cocco, della palma, del mango, della felce arborea, del banano, rimarranno chiare e separate; ma le mille bellezze che uniscono questi e ne fanno un paesaggio perfetto debbono dileguarsi dalla mente; tuttavia lascieranno come un racconto udito nell’infanzia, un quadro pieno di figure indistinte, ma bellissime.
      Agosto 6. – Nel pomeriggio uscimmo in alto mare coll’intenzione di dirigerci alle isole del Capo Verde. Tuttavia i venti contrari ci ritardarono, ed il 12 entrammo a Pernambuco, grande città della costa del Brasile, nella latitudine di 8° a Sud.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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