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      Io sospettava che questi gemiti venissero da qualche schiavo torturato, perchè mi fu detto che questo era il caso in un’altra circostanza.
      Presso Rio Janeiro io abitava in faccia ad una vecchia signora che aveva uno strumento a vite per schiacciar le dita delle sue schiave. Io ho dimorato in una casa ove un giovane maggiordomo mulatto era giornalmente e ad ogni ora avvilito, battuto e perseguitato per modo da rendere stupido l’animale più basso. Ho veduto un fanciullo di sei od otto anni, colpito tre volte con una frusta (prima che io avessi potuto intervenire) sul capo nudo, per avermi portato un bicchier d’acqua non ben pulita; vidi il padre di questo bimbo tremare ad un’occhiata del suo padrone. Fui testimonio di queste ultime crudeltà in una colonia spagnuola, nella quale si è sempre detto, che gli schiavi son meglio trattati che non dai Portoghesi, dagli Inglesi, e da altre nazioni europee. Ho veduto a Rio Janeiro un nero robusto spaventato ripararsi da uno schiaffo che credeva rivolto alla sua faccia. Era presente quando un uomo molto compassionevole stava in procinto di separare per sempre gli uomini, le donne, i bimbi di un gran numero di famiglie che da lungo tempo erano vissuti insieme. Non menzionerò neppure le molte dolorose atrocità che ho udito menzionare da fonti autentiche; nè avrei riferito i rivoltanti particolari suddetti, se non avessi incontrato certe persone, le quali, accecate dalla indole naturalmente allegra del nero, parlano della schiavitù come di un male sopportabile.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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