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      Io torno sempre con somma gioia colla mente alle nostre escursioni in barca, ed ai miei viaggi per terra in regioni non frequentate, che nessun paesaggio di paese civile avrebbe potuto destare. Non dubito che ogni viaggiatore debba ricordarsi il senso di piena felicità da esso provato, quando per la prima volta si è trovato in un paese forestiero, ove l’uomo incivilito ha di rado o non mai posato il piede.
      Vi sono parecchie altre sorgenti di piacere in un lungo viaggio, che sono di una natura più ragionevole. La carta del mondo cessa di essere ignota; diviene un quadro pieno di figure svariatissime ed animate. Ogni parte assume proprie dimensioni; i continenti non si considerano con lo stesso occhio come le isole, o le isole non si guardano come macchiette, mentre in verità sono più grandi di molti regni d’Europa. L’Africa e l’America del Nord e del Sud, sono nomi ben sonanti, e facilmente pronunziati; ma solo quando si viaggia lungo piccole porzioni delle loro spiaggie, si è interamente convinti del grande spazio che occupano nel nostro immenso mondo, questi nomi.
      Considerando lo stato attuale, è impossibile non prevedere con grandi aspettazioni il futuro progresso di quasi tutto l’emisfero. La via del miglioramento, in conseguenza dell’introduzione del Cristianesimo in tutto il mare del Sud, starà da sola nelle memorie della storia. È cosa ancor più notevole pensare che solo sessant’anni fa, Cook, cui nessuno negherà il retto giudizio delle cose, non poteva prevedere nessuna speranza di mutamento.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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