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      Si vedrà, che queste piante eterostili sono adattate per la feconda-zione incrociata, così che le due o tre forme, quantunque sieno tutte ermafrodite, stanno fra di loro quasi nello stesso rappor-to come i maschi e le femmine di animali normalmente unises-suali. Darò anche un esteso riassunto delle osservazioni che fu-rono pubblicate dopo la comparsa delle mie memorie; ma ri-corderò tuttavia solo quei casi, che sono avvalorati da una co-pia di prove di un’evidenza soddisfacente. Si è creduto che alcune piante sieno eterostili solo perchè i loro pistilli e stami variano notevolmente di lunghezza, ed io stesso fui più volte in tal modo ingannato. In alcune specie il pistillo continua a crescere per lungo tempo, per cui, confrontando dei fiori vec-chi con dei giovani, si potrebbe pensare che fossero eterostili. Inoltre una specie, che ha la tendenza a divenire dioica, avendo ridotti in alcuni individui gli stami e in altri pistilli, offre spes-so un’apparenza ingannevole. Finchè non venga dimostrato che una forma è completamente fertile solo quando è feconda-ta dal polline di un’altra, non si ha la prova evidente della ete-rostilia della specie. Ma se i pistilli e gli stami differiscono di lunghezza in due o tre forme individuali, e ciò è accompagnato da una differenza di grossezza dei grani pollinici e dello stato dello stigma, si può concludere con molta sicurezza che questa specie è eterostile. Io mi sono peraltro affidato occasionalmen-te alla differenza esistente fra due forme rispetto alla lunghezza del solo pistillo o a quella dello stigma in unione allo stato più o meno papilloso di quest’ultimo; e in un caso gli esperimenti fatti sulla fertilità delle due forme hanno dimostrato, che le differenze di tal natura sono sufficientemente decisive.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388