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      Inoltre le capsule autofecondate in confronto delle capsule fecondate col polline di una pianta diversa della stessa forma contenevano semi nella proporzione di 72 a 100.
      Per accertare fino a che punto la presente specie sia fertile autofecondandosi spontaneamente, io protessi dagli insetti cinque piante macrostili; queste portarono fino ad una data epoca 147 fiori, i quali diedero 62 capsule; ma molte di queste caddero ben presto, e ne risultò quindi che esse non erano sta-te convenientemente fecondate. Nello stesso tempo si tratta-rono egualmente cinque piante microstili; queste portarono 116 fiori, i quali in fine diedero solo sette capsule. In altra oc-casione 13 piante macrostili coperte diedero in peso 25.9 grani di semi spontaneamente autofecondati. Nello stesso tempo set-te piante microstili coperte produssero solo mezzo grano in peso di semi. Le piante macrostili dunque produssero una quantità di semi spontaneamente autofecondati quasi 24 volte maggiore, che un egual numero di piante microstili. La cagio-ne principale di questa grande differenza sembra essere la se-guente; quando la corolla di una pianta macrostile cade, allora le antere, essendo collocate in prossimità del fondo del tubo, vengono tirate necessariamente sullo stimma e vi lasciano del polline, come io ho osservato, avendo affrettato la caduta di fiori quasi avvizziti; nei fiori microstili invece, gli stami stanno presso la fauce della corolla e nella caduta non toccano lo stimma collocato in basso. Hildebrand coprì alcune piante macrostili e microstili, ma nessuna di esse produsse una sola capsula.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Hildebrand