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      In alcuni distretti dell’Inghilterra si incontra sovente l’«oxlip» comune, un bastardo della P. veris od officinalis («co-wslip») e della P. vulgaris, var. acaulis («primrose»), e si presen-ta occasionalmente quasi dovunque. A motivo della frequenza di questa forma ibrida intermedia e l’esistenza della P. elatior («Bardfield oxlip»), la quale è in certo grado simile al comune oxlip, fu discusso il diritto di queste tre forme al rango di spe-cie più spesso e più distesamente che quasi per qualsiasi altra pianta. Linneo considerò le P. veris, elatior e vulgaris come va-rietà di una sola e stessa specie; la stessa opinione hanno oggidì ancora alcuni distinti botanici, mentre altri che hanno studiato accuratamente queste piante non dubitano punto che sieno specie diverse. Le osservazioni che seguono dimostrano, a mio credere, l’esattezza di quest’ultima opinione, e dimostrano an-cora che l’«oxlip» comune è un ibrido di P. veris ed elatior.
      La Primula veris differisce nell’abito esterno così evidente-mente dalla Primula vulgaris che non occorre trattenersi sui loro caratteri esterni. Ma sono degne di nota alcune differenze meno evidenti. Poichè ambedue le specie sono eterostili, la completa loro fecondazione è condizionata all’intervento degli insetti. La P. veris viene visitata ordinariamente durante il giorno dai pecchioni maggiori (cioè Bombus muscorum e horto-rum), e durante la notte dai lepidotteri notturni, come io vidi nel caso della Cucullia. La P. vulgaris, ed io lo so dalle osserva-zioni di molti anni, non viene mai visitata dai pecchioni mag-giori e solo di rado dalle specie minori; la sua fecondazione deve dunque dipendere esclusivamente da lepidotteri diurni.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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