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      Questi comprendevano una pianta macrostile e tre microstili, le quali si assomigliava-no assai fra di loro, se si eccettui che la corolla di una di esse era alquanto maggiore. Gli esperimenti intrapresi ed i risultati ottenuti sono esposti nelle cinque Tabelle che seguono. Abbi-sognano non meno di venti incrociamenti per accertare com-pletamente la fertilità di piante eterostili ibride, sia fra di sè come pure colle loro due specie generatrici. In questo caso fu-rono incrociati, nel corso di quattro anni, 256 fiori. Voglio ri-cordare, per mera curiosità, che se uno volesse ottenere degli ibridi fra due specie eterostili trimorfe dovrebbe eseguire 90 diverse unioni per riconoscere la loro fertilità in tutti i modi; ed avendo egli ad esaminare almeno 10 fiori in ciascun caso, sarebbe costretto di fecondare 900 fiori e di contarne i semi. Ciò stancherebbe probabilmente la pazienza del più paziente degli uomini.
      Noi vediamo, in queste cinque Tabelle, il numero di capsu-le e di semi che furono prodotti in seguito all’incrociamento in modo legittimo ed illegittimo delle due forme dell’oxlip fra di loro e colle due forme di P. vulgaris e P. veris. È bene per-mettere che il polline di due oxlip microstili consisteva di nient’altro che di cellule bianchicce abortite; ma nella terza pianta microstile, circa il quinto dei granelli sembravano sani. Non ci deve quindi sorprendere se tanto l’oxlip microstile che il macrostile non produssero alcun seme, essendo stati fecon-dati con questo polline.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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