Pagina (68/388)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ne risulta che in questo caso speciale, ma non in altri, come ben presto vedremo, vale la stessa regola per le unioni pure fra le due forme di una stessa specie eterosti-le, per gli incrociamenti fra due diverse specie eterostili e per i loro discendenti ibridi.
      Furono seminati dei semi di oxlip macrostile fecondato col proprio polline e da essi furono allevate tre piante macrostili. La prima di esse era identica in tutti i caratteri alla forma gene-ratrice: La seconda portava fiori alquanto più piccoli, di colore più pallido, quasi uguali a quelli di P. vulgaris; gli scapi erano dapprincipio uniflori, ma a stagione più avanzata sorse uno scapo alto e grosso con molti fiori, come quello dell’oxlip ge-neratore. La terza pianta produsse pure dapprincipio solo sca-pi uniflori con fiori di colore giallo-scuro e alquanto piccoli; ma perì ben presto. Anche la seconda pianta si spense in set-tembre e la prima presentavasi assai triste e malaticcia, sebbene tutte e tre fossero cresciute in condizioni assai favorevoli. Noi possiamo quindi conchiudere che i rampolli degli oxlip auto-fecondati potrebbero difficilmente sussistere allo stato di natu-ra. Fui sorpreso di trovare che tutti i granelli pollinici del pri-mo di questi rampolli di oxlip si presentavano sani; e nel secondo solo un numero moderato di essi era cattivo. Queste due piante per altro non erano in istato di produrre un conve-niente numero di semi; poichè, sebbene sieno state lasciate scoperte e circondate dalle forme di P. vulgaris e veris, nondi-meno le capsule furono stimate contenere in media solo dai quindici ai venti semi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388