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      Siccome aveva in corso molte serie di esperienze, non se-minai il seme ottenuto dall’incrociamento delle due forme di P. vulgaris e veris colle due forme di oxlip, e me ne rincresce adesso; ma io accertai un punto interessante, vale a dire il ca-rattere dei discendenti di oxlip viventi allo stato di natura in vicinanza tanto della vulgaris come della veris. Gli oxlip erano le stesse piante che furono trapiantate, dopo che i loro semi erano stati raccolti, e su cui furono fatti gli esperimenti. Dal seme in tal modo ottenuto furono allevate otto piante, le quali all’epoca della fioritura si avrebbero potuto tenere per vere vulgaris; ma con una più attenta comparazione si vide che l’occhio nel centro della corolla era di color giallo più scuro e gli stili erano più allungati. Col progredire della stagione una di queste piante produsse due scapi nudi, alti 7 pollici, i quali portavano ombrelle di fiori collo stesso carattere di prima. Questo fatto m’indusse ad esaminare le altre piante dopo che avevano fiorito e che erano state dissotterrate; trovai che i pe-duncoli fiorali di tutte avevano origine da un brevissimo scapo comune, del quale non havvi alcuna traccia nella vera P. vulga-ris. Queste piante sono dunque bellissime forme intermedie fra l’oxlip e la vulgaris, e tendono piuttosto alquanto verso quest’ultima; e noi possiamo quindi senza timore conchiudere, che gli oxlip generatori erano stati fecondati dalle circostanti vulgaris.
      In base ai diversi fatti qui esposti non può esser dubbio che il comune oxlip sia un bastardo fra la P. veris, Brit.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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