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      Potrei citare altri esperimenti ancora; ma i fin qui accenna-ti bastano a dimostrare che i granelli pollinici di un fiore mi-crostile, portati sullo stimma di un fiore macrostile, emettono, dopo il corso di cinque o sei ore, una quantità di tubi e ne per-forano alla fine il tessuto fino ad una grande profondità, e che dopo ventiquattr’ore gli stimmi, in tal modo perforati, cam-biano il loro colore, diventano contorti e appariscono mezzo avvizziti. D’altro canto i granelli pollinici di un fiore macrosti-le, collocati sul proprio stimma, non emettono i loro tubi do-po il corso di uno e neppure di tre giorni, oppure solo tre o quattro granelli fra moltissimi emettono i loro tubi e questi sembrano non penetrare mai profondamente nel tessuto e gli stimati non si scolorano e non divengono contorti.
      Ciò mi sembra essere un fatto fisiologico singolare. I gra-nelli pollinici delle due forme non si possono distinguere gli uni dagli altri al microscopio; gli stimmi differiscono solo in lunghezza, nel grado della loro divergenza, nella grandezza, nel grado del colore e nella distanza delle papille; per di più queste ultime differenze sono variabili e sono evidentemente la conseguenza della lunghezza dello stimma. Tuttavia noi ve-diamo chiaramente che le due specie di polline e i due stimmi sono dissimili quanto alla loro azione reciproca, gli stimmi di ciascuna forma sono quasi affatto inattivi sul proprio polline, ma producono per una qualche misteriosa influenza, sembra per il semplice contatto (poichè io non potei scorgere traccia alcuna di secreto viscoso), l’emissione dei tubi dai granelli pol-linici della forma opposta.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388