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      Circa una dozzina di piante di ambedue le forme furono collocate sotto un velo; ed esse produssero spontaneamente nella prima stagione appena qualche seme, mentre i fiori artifi-cialmente fecondati ne produssero a questa stessa epoca in co-pia; ma è un fatto singolare che a stagione avanzata nel corso del settembre ambedue le forme divennero fertili in grado ele-vato colla autofecondazione. Esse non produssero tuttavia una sì grande quantità come alcune piante vicine scoperte che fu-rono visitate dagli insetti. I fiori di nessuna delle due forme non sono quindi quasi assolutamente sterili senza l’aiuto degli insetti, come quelli della maggior parte delle altre piante etero-stili, se vengono abbandonati alla fecondazione propria a sta-gione avanzata. Un grande numero di insetti, e cioè 41 specie, visita i fiori a motivo delle otto gocce di nettare, come ha os-servalo H. Müller.( ) Egli conclude dalla struttura dei fiori che gli insetti sono atti a fecondarli, sia in modo illegittimo che le-gittimo; ma egli sbaglia ammettendo che i fiori macrostili non possano autofecondarsi spontaneamente.
      All’opposto di quanto si osserva negli altri generi fin qui menzionati, il genere Polygonum, quantunque sia assai esteso, non comprende, per quanto è noto, che una sola specie etero-stile, cioè la presente. H. Müller dimostra nella sua interessan-te descrizione di parecchie altre specie che il P. bistorta è tanto proterandro (le antere cadono per lo più prima che gli stimmi siano maturi) che i fiori devono venir incrociati dai molti in-setti che li visitano.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Müller Polygonum Müller