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      Da questo fatto possiamo conchiudere che la maggior parte dei generi hanno raggiunto la struttura eterostile indipendentemente gli uni dagli altri, vale a dire, essi non hanno ereditata questa struttura da uno, due o tre proge-nitori comuni. È inoltre degno di nota che nei generi omostili, come so dalle informazioni del professor Asa Gray, gli stami o sporgono in un modo quasi costante, oppure sono racchiusi entro il tubo della corolla, così che questo carattere, il quale nelle specie eterostili non ha neppure un valore specifico, in altri membri di questa famiglia s’innalza spesso ad un valore generico.
     
     
      CAPITOLO IV.
     
      PIANTE ETEROSTILI TRIMORFE.
      Lythrum salicaria. -- Descrizione delle tre forme. -- Loro facoltà e modo complicato di fecondarsi reciprocamente. -- Diciotto diverse unioni possibili. -- La forma mesostile è per sua natura eminentemente fem-minile. -- Lythrum Graefferi pure trimorfo. -- L. thymifolium dimor-fo. -- L. hyssopifolium omostile. -- Nesaea verticillata trimorfa. -- La-gerstroemia di natura dubbiosa. -- Oxalis, specie trimorfe. -- O. Valdiviana -- O. Regnelli, le unioni illegittime completamente sterili. -- O. speciosa -- O. sensitiva. -- Specie omostili di Oxalis. -- Pontede-ria, unico fra i generi delle monocotiledoni che sia noto contenere spe-cie eterostili.
      Nei precedenti capitoli si descrissero diverse piante etero-stili dimorfe; e passiamo ora alle piante eterostili trimorfe, a quelle cioè che presentano tre forme. Tali piante sono state os-servate in tre famiglie e sono specie di Lythrum, del genere af-fine Nesaea, di Oxalis e di Pontederia.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Asa Gray Graefferi Valdiviana Regnelli Oxalis Lythrum Nesaea Oxalis Pontederia Lythrum Nesaea Oxalis Pontede-ria