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      La terza serie della Tabella, cioè le piante di Boston sono le ul-time che abbisognano di menzione. Le piante macrostili e microstili e le quindici omostili derivavano da due stipiti diversi. Questi pro-cedevano da un’unica pianta, della quale il giardiniere positivamente asserisce, che non era macrostile; per cui essa era probabilmente omostile. In tutte queste quindici piante le antere che occupavano la stessa posizione come nella forma macrostile circondavano stretta-mente lo stimma, il quale in un solo caso era alcun poco allungato. Ad onta di questa posizione dello stimma i fiori non produssero, come mi assicurò il giardiniere, molti semi; e questa diversità dai casi precedenti è stata forse cagionata da ciò che il polline era cattivo, come in alcune delle piante omostili di Southampton.
     
      Conclusioni intorno alla varietà omostile di P. sinensis. -- Che questa sia una varietà e non una terza forma distinta, co-me nei generi trimorfi Lythrum ed Oxalis, è chiaro; poichè ab-biamo osservato la sua prima comparsa in un esemplare appar-tenente ad una serie di piante macrostili illegittime; e nel caso della discendenza del signor Duck furono prodotte piante ma-crostili, che deviavano solo in modo insignificante dallo stato normale, come anche piante omostili, dalla stessa madre-pianta autofecondata. La situazione degli stami nel punto ordinario assai basso entro il tubo della corolla, accostata alla piccolezza dei granelli pollinici, dimostra, in primo luogo, che la varietà omostile è una modificazione della forma macrostile, e in se-condo luogo, che il pistillo è la parte che ha variato di più, ciò che era del resto evidentissimo in molte piante.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Tabella Boston Southampton Lythrum Oxalis Duck