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      Ciò viene pure provato dal fatto singolare che ambedue le forme, tanto le piante macrostili che le microstili, venendo fecon-date col polline della varietà omostile, producono una media minore di semi, di quando che vengono fecondate col loro proprio polline.
      Il secondo punto che merita menzione è questo, che i floricolto-ri rigettano sempre le piante macrostili e raccolgono esclusivamente i semi della forma microstile. Nondimeno, come ha fatto sapere il signor Scott che coltiva questa specie nella Scozia su grande scala più di qualsiasi altro, circa la quarta parte dei rampolli appariscono ma-crostili, così che la forma microstile della auricola, fecondata col proprio polline, non riproduce la stessa forma in proporzione così elevata, come la P. sinensis. Noi possiamo inoltre dedurne che la forma microstile non si è resa assolutamente sterile colla feconda-zione col proprio polline continuata per lungo tempo: ma poichè sussiste sempre una qualche probabilità di un occasionale incrocia-mento con un’altra forma, così non possiamo dire per quanto tem-po sia stata continuata la autofecondazione.
      Primula farinosa.
      Il signor Scott dice ( ) che non è un caso affatto insolito di tro-vare piante omostili di questa specie eterostile. A giudicare dalla grandezza dei granelli pollinici devono queste piante la loro struttu-ra, come nella P. auricula, ad un allungamento anormale degli stami della forma macrostile. Concordemente a questa idea esse produco-no meno semi quando vengono incrociate colla forma macrostile che quando lo sono colla macrostile.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





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