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      Ora due delle piante omostili che crescevano all’aperto diedero spontaneamente autofecondate, medie di 44 e 45 semi; ma questa elevata fertilità può forse essere in parte attribuita al fatto che lo stimma ricevette il polline dalle antere circostanti pro-prio nel momento opportuno. Due di queste piante, fecondate col polline di una P. veris microstile (e questa è in realtà una unione le-gittima), produssero una media minore che quando furono autofe-condate. D’altro canto un’altra pianta, fecondata in modo analogo da una P. veris, produsse una media straordinaria elevata di 53 semi con un massimo di 67. Infine si trovò, come abbiamo veduto ora ora, una di queste piante la quale relativamente ai suoi organi fem-minili era in uno stato intermedio fra la forma macrostile e la mi-crostile e produsse per conseguenza coll’autofecondazione una me-dia più bassa di semi. Se facciamo il calcolo su tutti gli esperimenti da me eseguiti sulle piante omostili, troviamo che 41 cassule sponta-neamente autofecondate (coll’esclusione degli insetti) diedero una media di 34 semi, numero esattamente eguale a quello prodotto in Edimburgo dalla madre-pianta. Trentaquattro fiori, fecondati col polline della P. veris microstile (e questa è una unione analoga), pro-dussero 17 cassule che contenevano in media 33.8 semi. Egli è un fatto abbastanza singolare, e che io non sono in grado di spiegare, che 20 fiori fecondati in una occasione artificialmente col polline delle stesse piante produssero solo dieci cassule, le quali contenevano la bassa media di 26.7 semi.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Edimburgo