Pagina (284/388)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Si può aggiungere ancora che le specie trimorfe hanno un lieve vantaggio sulle dimorfe, perchè, se due soli individui di una specie dimorfa si trovassero accidentalmente in un luogo isolato e vicini l’uno all’altro vi sarebbe eguale probabilità che ambedue appartenessero alla stessa forma e non produrrebbe-ro in tal caso il numero completo di rampolli robusti e fertili ed inoltre questi stessi tenderebbero fortemente ad essere della stessa forma come i loro genitori. Se invece due piante della stessa specie trimorfa crescessero accidentalmente in un luogo isolato, la probabilità sarebbe a favore del caso che esse non appartenessero alla stessa specie come due ad uno, ed in questo caso fecondandosi fra loro legittimamente potrebbero dare l’intero prodotto di vigorosi discendenti.
      I MEZZI COI QUALI LE PIANTE POSSONOESSERE DIVENTATE ETEROSTILI.
      Questo è un argomento molto oscuro e sul quale io posso portare solo poca luce, ma che merita di essere discusso. È sta-to dimostrato che le piante eterostili si incontrano in quattor-dici famiglie naturali che sono sparse in tutto il regno vegetale, e che perfino entro la famiglia delle Rubiacee sono distribuite in otto tribù. Noi possiamo da ciò conchiudere che questa struttura di piante diverse è indipendente dall’eredità di un an-tico progenitore comune, e che essa può essere raggiunta senza una grande difficoltà, vale a dire senza una qualche straordina-ria combinazione di circostanze.
      È probabile che il primo passo che fa urna specie per dive-nire eterostile sia una grande variabilità nella lunghezza del pi-stillo e degli stami o del pistillo solo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Rubiacee