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      Noi ve-diamo che anche qui, come in tutta la natura, ogni volta che una parte od un carattere diventa superfluo, tende presto o tardi a scomparire.
      Un’altra particolarità di questi fiori è che i granelli pollini-ci emettono per lo più i loro budelli, mentre sono ancora rac-chiusi nell’interno delle antere; ma questo fatto non è per altro tanto singolare come si credeva allorchè si conosceva soltanto il caso della Asclepias.( ) Egli è tuttavia un fatto sorprendente l’osservare, come i budelli si dirigano in linea retta verso lo stimma, quando questo giace ad una piccola distanza dalle an-tere. Appena essi hanno raggiunto lo stimma o il condotto a-perto che conduce all’ovario, vi penetrano senza dubbio e pre-cisamente guidati dagli stessi mezzi, qualunque essi sieno, come nei fiori ordinari. Io ho creduto che sieno guidati dall’odio alla luce e per conseguenza ho sommerso alcuni gra-nelli pollinici di un salice in una debole soluzione di miele, collocando il vaso in modo che la luce vi penetrasse soltanto in una direzione e cioè dai lati, dal di sotto o dall’alto; ma i lun-ghi budelli si distesero sempre in tutte le possibili direzioni.
      Siccome i fiori cleistogami sono completamente chiusi e vengono necessariamente autofecondati, non vale la pena di parlare della mancanza di qualsiasi mezzo per attirare gli inset-ti; ed essi differiscono in ciò dalla grande maggioranza dei fiori ordinari. Il Delpino crede,( ) che i fiori cleistogami si sieno sviluppati per assicurare la produzione di semi in condizioni climatiche od altro che tendono ad impedire la fecondazione dei fiori perfetti.


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Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie
di Charles Darwin
Utet
1877 pagine 388

   





Asclepias Delpino