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      Se si abbassa totalmente il labbro, si vedono libere le due masse di sostanza viscosa; ma tostochè questa pressione cessa, il labbro si solleva nuovamente, per virtù dell’elasticità della sua porzione posteriore, e racchiude nuovamente le due masse.
      Io non voglio asserire, che la membrana esterna del rostello non possa mai scoppiare da sè, e non v’ha dubbio, ch’essa a ciò non si prepari coll’indebolirsi lungo linee determinate; però io vidi spesso formarsi questa spaccatura in conseguenza d’un leggero contatto, tanto leggero, che non si può considerare questo processo come puramente meccanico, ma, in mancanza d’una migliore espressione, si potrà chiamare un atto vitale. Noi vedremo in seguito ancora altri fatti, in cui il più leggero contatto, oppure l’azione del vapore di cloroformio, basta a provocare la spaccatura della membrana esterna del rostello lungo linee determinate.
      Nello stesso tempo che il rostello scoppia longitudinalmente sulla sua faccia anteriore, sembra probabile (quantunque sia impossibile osservarlo a cagione della posizione delle parti), che esso si fenda anche posteriormente in due linee ovali, e così si separino e si distacchino dal resto della superficie esterna i due piccoli dischi membranosi, a cui aderiscono esternamente le due caudicole ed internamente le due masse viscose. In tal modo la linea, secondo la quale avviene la spaccatura, è molto complicata, ma ben determinata.
      Poichè le due logge dell’antera si aprono anteriormente nella direzione della lunghezza già prima del completo sviluppo del fiore, il labbro del rostello può, tostochè si è prodotta in esso una fessura in conseguenza d’un leggero contatto, essere facilmente abbassato, ed essendo i due dischi della membrana già separati, le due masse polliniche giacciono perfettamente libere, sebbene ancora trattenute al loro posto.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318