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      2, B. Dopo questo movimento, il quale si compie in uno spazio di tempo tale da permettere all’insetto di portarsi su un’altra pianta3, si potrà vedere, osservando la fig. 1, A, che introducendo la matita o la proboscide nel nettario, l’estremità ingrossata dalla massa pollinica viene esattamente a contatto colla superficie dello stimma.
      Qui viene in giuoco anche un’altra bella disposizione, descritta già da molto tempo da Robert Brown4. Lo stimma è assai vischioso, non tanto però da produrre col contatto la completa lacerazione della massa pollinica portata dal capo dell’insetto o dalla matita, ma tuttavia lo è abbastanza per lacerare i filamenti elastici (fig. 1, F) che tengono unite le masse di granelli pollinici e per far cadere alcuni di essi sullo stimma. Per la qual cosa una massa pollinica che si trovi sopra il capo di un insetto o su di una matita può venir successivamente in contatto con molti stigmi e fecondarli tutti. Così io ho osservato sulla proboscide d’una sfinge i resti dei picciuoli delle masse polliniche di Orchis pyramidalis, dopo che tutte le masse di granelli pollinici erano già state deposte sugli stigmi dei fiori successivamente visitati dall’insetto.
      Una o due altre piccole circostanze sono degne ancora della nostra osservazione. Le masse di sostanza vischiosa sono circondate entro il rostello borsiforme da un liquido, il qual fatto è di grande importanza per ciò, che questa sostanza, come fu già accennato, all’aria si dissecca e si indurisce in breve tempo.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Robert Brown Orchis