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      Questi fatti dimostrano abbastanza, quanto efficacemente compiono il loro ufficio nella fecondazione i lepidotteri diurni e notturni17.
      L’Orchis pyramidalis a cui si riferisce la terza fila nella tabella precedente, vegetò sopra una ripida costa erbosa del mare presso Torquay, priva di cespugli o d’altre protezioni per i lepidotteri. Sorpreso dal numero piccolissimo delle masse polliniche asportate dai fiori già vecchi e che andavano appassendo dal basso all’alto, raccolsi in via di paragone sei altre infiorescenze da due valli coperte da cespugli e difese, distanti mezza lega ai due lati della costa esposta; queste specie erano più giovani, e avrebbero probabilmente perduto ancora alcuna delle loro masse polliniche; ma anche in quel loro stadio si poteva osservare, quanto più frequentemente siano state visitate dagli insetti e conseguentemente fecondate, di quelle della costa esposta. La Ophrys apifera e la O. pyramidalis crescono confuse assieme in varie contrade dell’Inghilterra, così succede anche qui, ma mentre suole essere molto più rara la Oph. apifera, qui essa era molto più frequente della O. pyramidalis. Nessuno probabilmente avrebbe mai immaginato, che una delle cause principali fosse questa, che una libera esposizione essendo sfavorevole alla dimora dei lepidotteri, lo fosse anche alla fecondazione dell’O. pyramidalis, mentre la Ophrys apifera, come in appresso verrà dimostrato, è affatto indipendente dagli insetti.
      Io ho esaminato molte infiorescenze di O. latifolia, perchè in base alle mie esatte conoscenze dello stato ordinario della O. maculata, che le è molto affine restai sorpreso al veder mancare solo poche masse polliniche in nove infiorescenze già quasi appassite (come si può vedere dall’elenco). Una volta però osservai la O. maculala ancora peggio fecondata; poichè sette spiche con 315 fiori portarono solo quarantanove cassule con semi, vale a dire in media solo sette cassule per spiga.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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