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      Incominciai tosto che molti fiori si erano aperti e continuai le mie osservazioni per ventitre giorni. Li osservai mentre il sole splendeva, dopo la pioggia e a tutte le ore del giorno; immersi le infiorescenze nell’acqua e le esaminai a mezzanotte e ai primi albori del mattino; irritai i nettarii con una setola e li esposi a vapori irritanti; scelsi quei fiori, i quali avevano già perduto le loro masse polliniche, in seguito alla visita degli insetti, di che ebbi la prova certa nella presenza di granelli di polline straniero entro il nettario di uno di essi, ne esaminai di quelli che per la posizione che tenevano nella infiorescenza, avrebbero presto lasciate andare le loro masse polliniche; ma il nettario era invariabilmente sempre affatto asciutto. Dopo la pubblicazione della prima edizione di questo libro, osservai un giorno diverse specie di api, le quali visitavano ripetutamente i fiori di questa stessa orchidea, per cui questo era evidentemente il tempo più opportuno per esaminare i loro nettarii; ma neppure sotto il microscopio potei scoprire la più piccola traccia di nettare. La stessa cosa avvenne dei nettarii dell’O. maculata in un tempo, in cui io aveva ripetutamente osservato dei ditteri del genere Empis introdurre in essi la loro proboscide e tenervela per qualche tempo. La Orchis pyramidalis fu esaminata colla stessa cura e si ebbe lo stesso risultato, poichè i punti lucenti del nettario erano perfettamente asciutti. Noi possiamo per ciò conchiudere con sicurezza che i nettarii delle specie anzidette di Orchis nè in Inghilterra nè in Germania non contengono nettare.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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