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      Io pongo per ciò fiducia maggiore nelle seguenti osservazioni.
      Noi vediamo dal qui unito prospetto, che neppure la metà dei 207 fiori esaminati ebbe la visita degli insetti. Degli ottantotto fiori che furono visitati, trentuno avevano perduto solo una massa pollinica. Ma poichè le visite degli insetti sono indispensabili alla fecondazione di questa orchidea, egli è sorprendente che i loro fiori (come quelli di O. fusca) non sieno stati fatti più seducenti per gl’insetti. Il numero dei frutti prodotto è, come è naturale, proporzionalmente ancora minore del numero dei fiori visitati dagli insetti. L’anno 1861 fu straordinariamente favorevole a questa specie in questa regione del Kent, non avendo altra volta mai veduto una tale quantità di fiori; conseguentemente io esaminai undici piante, le quali portavano quarantanove fiori; ed esse non produssero se non sette frutti. Due di queste piante portarono due frutti per ciascuna, e tre altre solo uno per ciascuna, così che niente meno che sei piante non produssero alcun frutto. Che cosa si deve conchiudere da questi fatti? Sono tanto sfavorevoli le esterne condizioni di vita di questa specie, la quale tuttavia nell’anno accennato in alcune località era così frequente, da potersi chiamare comune? Potrebbe la pianta nutrire maggior numero di semi, potrebbe esserle utile produrne un numero maggiore? Perchè sviluppa essa tanti fiori, se produce semi a sufficienza in tali circostanze? Sembra esservi qualche cosa in disordine nel suo meccanismo o nelle sue condizioni di vita.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Kent