Pagina (70/318)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questi insetti erano imenotteri (la specie più comune era Tetrastichus diaphantus), ditteri e coleotteri; quest’ultimo ordine era rappresentato dalla specie Malthodes brevicollis. Sembra essere condizione indispensabile, che l’insetto sia di piccola dimensione, poichè il più grande di essi misurava appena 1/20 di pollice in lunghezza. Le masse polliniche aderivano sempre allo stesso punto, vale a dire sulla faccia esterna del femore di uno degli arti anteriori, e per lo più alla prominenza formata dall’articolazione del femore colla coscia.
      La cagione di questa maniera di aderenza è sufficientemente chiara: la porzione centrale del labello è tanto vicina all’antera e allo stigma, che gli insetti entrano sempre nei fiori lateralmente fra il margine del labello e uno dei petali superiori; essi vi penetrano quasi sempre in modo da rivolgere il loro dorso direttamente od obliquamente verso il labello. Mio figlio osservò che parecchi di essi penetrati in altro modo entro i fiori ne uscirono per mutare la loro posizione. Essi se ne stanno in uno degli angoli del fiore col dorso rivolto verso il labello e spingono il loro capo e gli arti anteriori entro il breve nettario, il quale è collocato fra i due dischi assai distanti fra loro. Io mi accertai che essi prendono una tale posizione, avendo trovato tre insetti morti e fortemente attaccati ai dischi. Mentre essi succhiano il nettare, ciò che dura due o tre minuti, l’articolo prominente del femore sta in ciascun lato sotto il grande disco adesivo foggiato ad elmo; e quando l’insetto si ritira il disco viene esattamente in contatto colla prominenza dell’articolazione o colla superficie del femore e vi aderisce fortemente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Tetrastichus Malthodes