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      Così accade dunque l’autofecondazione dei fiori. Ad onta di ciò, come soggiunge il prof. Asa Gray, «gli apparecchi allo scopo di favorire il trasporto delle masse polliniche col mezzo degl’insetti, compreso il movimento di depressione, sono così perfetti come nelle specie che dipendono dall’intervento degl’insetti». Per cui v’ha poco dubbio, che in questa specie possa occasionalmente aver luogo anche la fecondazione incrociata.
      Habenaria o Platanthera chlorantha. — Le masse polliniche di questa specie differiscono considerevolmente da quelle fin qui descritte. Le due logge dell’antera sono separate per un grande spazio da una membrana connettiva; e le masse polliniche sono racchiuse in una posizione che va posteriormente abbassandosi (fig. 11). I dischi adesivi si protraggono all’innanzi delle faccie stimmatiche e sono rivolti l’uno verso l’altro. In conseguenza di questa posizione anteriore i picciuoli e le masse polliniche sono assai allungate. Ciascun disco è circolare ed è formato durante il primo sviluppo della gemma da una massa cellulare, i di cui strati esterni (corrispondenti al labbro o alla borsa dell’Orchis) si dissolvono in una massa vischiosa. Questa sostanza ha la proprietà di conservare la sua vischiosità almeno 24 ore dopo l’allontanamento della massa pollinica dalla sua loggia. Il disco, il quale esternamente è rivestito di un denso strato di sostanza vischiosa (V. fig. C, la quale è disposta in modo che lo strato vischioso sia inferiore), si prolunga nell’opposta regione in un breve stilo in forma di tamburo, il quale è una continuazione della parte membranosa del disco e consta dello stesso tessuto.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Gray Platanthera Orchis Asa